Wednesday, November 30, 2005

Jewish Perspectives on Genetic Engineering


" against mixing different species even if it does not violate the letter of the law? There is disagreement among the sages as to whether the rationale behind the laws against interbreeding are within the realm of human comprehension or not. The classical commentator Rashi writes that as hukim, these laws are "decrees of the King"19 and are beyond any human comprehension. If we cannot understand the reasons for these prohibitions, then perhaps the ethical scope of these laws can be limited to the specific cases given in the Torah, just as the legal scope was limited in the discussion above. Nachmanides, on the other hand, believes that humans are capable of understanding, at least partially, the reasons for these laws. Nachmanides writes that one who mixes two different species is "changing and denying the Divine Creation of the world,"20 a sin that may well go beyond the scope of the halakhic prohibition given in the Torah.

Supporters of Nachmanides' position include the thirteenth century author of Sefer HaHinukh who writes on the prohibition of mixing species: "and all that G-d did is intended for the perfection of that which is needed in His world...and the species should not be mixed, lest it detract from the perfection and there will not be (G-d's) blessing."21 The eighteenth century German Rabbi Samson Raphael Hirsch writes in his commentary on the Bible:

[T]he Torah must consider this law (against mixing different species) which G-d implanted in the organic world of nature to be of the very highest importance for our human and Jewish calling, for it has interwoven consideration of it (the prohibition of mixing different species) in the whole of our life. Not only does it forbid us actual interference with this law by the prohibition of interbreeding animals and

<http://www.jcpa.org/art/jep2.htm>

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Tuesday, November 29, 2005

Occupazione legale, illegale, annessione


>> Ho un dubbio però, web.
>> Credo che il discorso non valga se l'occupazione avviene in seguito ad
>> una aggressione. Confermi?
>>
>> Tb

In effetti i giuristi internazionali distinguono tra la conquista che
deriva da un'aggressione e una disputa territoriale che deriva da una
guerra di difesa. Stephen Schwebel, presidente della corte di
Giustizia Internazionale dell'Aja scriveva nel 1970 riguardo ad
Israele: "Quando il detentore precedente occupava i territori in modo
illegale, lo stato che li ha ripresi esercitando il diritto di
autodifesa ha le carte in regola per mantenere questi territori nei
confronti del precedente."

Su questa interpretazione ruota il problema. Ci si dimentica spesso che
nel 1948 nonostante una presa di posizione del Consiglio di Sicurezza
la Striscia di Gaza venne occupata dall'Egitto. Nel 1950 altrettanto
illegalmente la Giordania dichiarò l'annessione della Cisgiordania e di
Gerusalemme Est (annessione riconosciuta solo da Gran Bretagna e
Pakistan).

Ora secondo il diritto internazionale queste annessioni giordane ed
egiziane derivarono da una aggressione. Successivamente Israele nel
1967 a seguito di una guerra di aggressione conquistò quei territori
detenuti illegalmente da Giordania ed Egitto. In questosenso la Corte
di Giustizia Internazionale dell'Aja non ha mai condannato la presenza
israeliana nella Striscia di Gaza e a Gerusalemme Est.

Il fatto che questi territori all'epoca della conquista israeliana
fossero detenuti illegalmente da Egitto e Giordania ha un'altra
conseguenza: giuridicamente non si possono definire "territori
occupati" così come indicato dalla Quarta convenzione di Ginevra del
1949, Sezione III, articoli 47 e seguenti.
Ne consegue che i trasferimenti di popolazione e quant'altro non
ricadrebbero nella sfera di tutela della Convenzione stessa.

Dal 9 all'11 giugno 1998 dietro pressione della Confederazione Elvetica
(Custode delle Convenzioni) si è tenuta una riunione a porte chiuse a
Villa Sarasin vicino Ginevra per arrivare ad un accordo tra palestinesi
ed israeliani sull'estensione della Quarta Convenzione ai territori che
giuridicamente non vi ricadono. Non so bene come sia finita la storia
ma credo ci sia stato un arenamento. L'idea di base svizzera sarebbe
quella di riconoscere alla popolazione la protezione sancita dalla
Sezione III senza che ciò automaticamente costituisca un insostenibile
riconoscimento alla Cisgiordania e a Gerusalemme Est dello status di
territori occupati.

Per rispondere in modo diretto alla tua domanda: l'occupazione
giordano-egiziana di queiterritori era illegale. L'occupazione
israeliana è giuridicamente sotto il profilo del diritto internazionale
legale. Si potrebbe volendo prefigurare il diritto alla annessione.

(Diritto alla annessione che però non può prescindere in ogni caso dal
voto popolare. In altri termini chi annette deve istituire un libero
referendum. Un esempio di questa pratica è la battaglia giuridica di
alcune organizzazioni hawaiane che contestano l'annessione USA per un
esisiale vizio di forma nel referendum. In base a questo vizio
sembrerebbe invalida l'annessione stessa)

just my cent

NB. Testo italiano della Quarta convenzione a
http://it.wikisource.org/wiki/Quarta_convenzione_di_Ginevra

Comunicato stampa dei colloqui di Villa Sarasin a
http://www.admin.ch/cp/d/1998Jun12.174251.9541@idz.bfi.admin.ch.html

Israele dal Mediterraneo al Giordano


"Due popoli due stati" è bello, scalda il cuore, quando lo dici sei
dalla parte giusta. Ma e' anche, davvero, la soluzione migliore? Parliamone.

Su altri ng e su altri giornali si discutono senza problemi anche
soluzioni OT, cioè antisioniste, come uno stato unico, non più ebraico,
binazionale. O addirittura uno stato arabo, punto e basta.

Ecco una proposta alternativa a "due popoli due stati", che partendo da
alcune novità nell'analisi demografica, prevede uno stato unico,
ebraico, con diritti democratici per tutti.

Politicamente scorretto, ma credo non OT.

Tb

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http://www.israpundit.com/archives/2005/11/israel_from_the_1.php#more

Il presidente Moshe Katzav in una recente intervista ha sottolineato che
le prossime elezioni saranno un referendum sui confini di Israele

[...]

In effetti tutti i partiti sono pronti a ritirarsi in vari gradi e con
differenti condizioni. Il Labor e Kadima accettano la soluzione "due
stati" della Roadmap, mentre il Likud dichiara di farlo, fiducioso che
le condizioni saranno impossibili da raggiungere.

Il desiderio del ritiro è guidato da una largamente diffuso mito
demografico secondo cui gli arabi superano gli ebrei a ovest del
Giordano. Quasi tutti sono ignari di uno studio demografico
<http://www.pademographics.com/> completato quest'anno secondo cui ci
sono solo 1.4 milioni di arabi in Giudea e Samaria dei quali si stima
che tra 100 e 300 mila si siano già infiltrati in Israele. Se Israele
annettesse questi territori, gli ebrei costituirebbero il 67% della
popolazione. Una percentuale che è costante dal 1967.

Inoltre, nell'abbracciare la soluzione "due stati" nessuno sembra
prendere in considerazione la incombente catastrofe demografica
successiva <http://www.israpundit.com/archives/2005/11/no_so_simple.php>:

"Una volta che uno stato provvisorio palestinese sia dichiarato sulla
West Bank, 500.000 arabi saranno immediatamente e facilmente assorbiti.
Come la popolazione araba in quello stato palestinese crescerà, gli
arabi israeliani vedranno il trend di lungo termine e la finale
supremazia demografica palestinese nell'area dal Giordano al mare e
cominceranno ad esercitare crescente pressione sul governo israeliano.
Ci saranno richieste di diritti particolari, il rifiuto dello stato
ebraico e laspettativa di essere identificati con fratelli e cugini
dall'altra parte della barriera monterà; l'identificazione col
nazionalismo palestinese, bandiera e inno, crescerà. L'attuale
infiltrazione di immigrati illegali crescerà."

"La richiesta che Israele rinunci ai territori conquistati con
"avventurismo militare e aggressione" si sentirà in tutto il mondo e
all'ONU. La linea verde sarà identificata non più come un confine
nazionale, ma solo come una linea armistiziale. Nessun trattato formale
ha mai riconosciuto e nessuno stato arabo ha mai accettato il diritto di
Israele ad esistere come stato ebraico. Nessuna entita palestinese ha
mai rinunciato alle rivendicazioni della sua parte del piano di
spartizione del 1947, se non a tuta la "Palestina". La comunità
internazionale, specialmente alla luce delle proteste di lungo corso
sull'espulsione dei civili dalle loro case nel 1948, deciderà di non
riconoscere più l'acquisizione di terre attraverso conquista militare.
La pressione su Israele perché ceda parti della Galilea e del Negev allo
stato palestinese, crescerà."

Riconoscendo tutto questo, il Dr. Micheal Wise, co-autore dello studio
demografico di cui sopra, ha proposto la soluzione di un solo stato
ebraico <http://www.onestateplan.com/>, da non confindere con lo statoo
secolare binazionale.

Secondo questo piano, Israele annetterebbe formalmente i territori a
ovest del Giordano con l'esclusione di Gaza e li renderebbe parte
integrale e irreversibile di Israele. Agli arabi residenti sarebbero
offerte opzioni di cittadinanza e/o residenza permanente, che andrebbero
in fase in un periodo di quindici anni, per permettere l'aggiustamento
della mentalità di una popolazione piuttosto ostile e facilitare una
transizione fluida. L'ANP sarebbe dissolta e tutti i membri delle
organizzazioni terroriste espulsi.

Wise arriva al punto di raccomandare un sussidio per tutti quelli che
scegliessero di emigrare.

Per stabilizzare ulteriormente le cose, Wise raccomanda una nuova
costituzione che formi un Senato, come negli USA, che comprenda 60
rappresentanti di 15 distretti, 4 dei quali a maggioranza araba e 11
prevalentemente ebraici. Proprio come negli USA, dove ogni stato ha una
popolazione variabile, non c'è alcun bisogno che i distretti siano
uguali in popolazione. Le materie di interesse nazionale richiederebbero
l'approvazione di entrambe le camere. La Knesset sarebbe ridotta a 60 seggi.

Per mettere in atto il piano, Israele dovrebbe:

-adottare una nuova costituzione
-annettere formalmente i territori
-smantellare l'ANP
-mettere fuori legge tutte le organizzazioni terroriste
-mettere fuori legge la propaganda al martirio
-smantellare e disarmare tutte le frze di sicurezza
-mettere fuori legge armi e munizioni private
-sostituire i libri di testo arabi
-fornire welfare agli arabi residenti (il che costerebbe meno dei 12
miliardi di dollari necessari a evacuare 80.000 israeliani)

I benefici di questo piano lo rendono di gran lunga preferibile
all'irrealizzabile soluzione dei "due stati".

<b> Messo semplicemente: concluderebbe l'ooccupazione, concluderebbe la
propaganda, concluderebbe la disputa sui confini e il bisogno di un
accordo su Gerusalemme, concluderebbe il conflitto che gli arabi
israeliani vivono in rapporto ai loro parenti in Giudea e Smaria,
risolverebbe il problema della realizzabilità e permetterebbe ad Israele
di partire per la costruzione di uno stato ebraico democratico, dal
Mediterraneo al Giordano </b>

--

IL BLOG DI TB
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Monday, November 28, 2005

Zeek | The Second Coming of Yeshayahu Leibowitz


Leibowitz thought that peace was a very remote scenario. He believed that the concept of “land for peace” was flawed and untenable. Full and immediate withdrawal was an absolute necessity. Ideally, though wildly improbably, withdrawal might create the conditions necessary for a future peace. At the very least, though, it would allow Israel to retain the integrity of its democracy and spare Israeli society the ruinous ramifications of occupation.

According to Leibowitz, Israel’s security will come neither from the vision of wide borders—and is, in fact, weakened by the population that lives within these borders—nor will it come from half-baked “peace” schemes. He was, in effect, a leftist on territorial issues (with no patience for religious arguments) and a rightist on peace prospects. This bubbling brew of ideas is, in short, what characterizes the new Israeli center; it describes the fragile coalition that made the disengagement possible. And it’s likely that only someone as politically credible and shrewd as Sharon could have pulled it off. He was, after all, shrewd enough to appoint a Leibowitzian as his deputy.

<http://www.zeek.net/politics_05112.shtml>

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Sunday, November 27, 2005

Jewish Fundamentalism in Israel

<>Jewish fundamentalists in Israel are divided into two groups, the Haredim "the religiously more extreme group" and the "religious-national Jews," who constitute the "religiously more moderate" group. While the first group is itself divided into two groups, Yahadut Ha'Torah (for Ashkenazi Jews) and Shas (for the Mizrahim), the "moderate" religious-nationals are organized in the National Religious Party (NRP) (p. 7). The colonial-settler group Gush Emunim belongs to this second group. The two groups together constituted in 1996 almost a quarter of the Israeli Jewish electorate, winning 23 seats in the Knesset. Whereas the Haredim are non- or anti-Zionist, the religious-nationals are ultra-Zionist. The Haredim emerged in European Jewish history in response to "enlightenment" and have thus kept their circa-1850 dress (black hats and coats). The NRP Jews, who dress "in the more usual Israeli fashion" (p. 7), "made their compromises with modernity" (p. 8). These two groups, however, are not necessarily a united bloc as they fight with each other and among themselves.

<http://web.mit.edu/cis/www/mitejmes/issues/200105/br_massad.htm>

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Friday, November 25, 2005

Barenghi:è cambiata la sinistra o è cambiato sharon?

Riporto da IPI un interessante articolo di r barenghi

Anticipo un giudizio più articolato: secondo me sharon è cambiato poco,
e non è cambiata molto nemmeno la sinistra.

Solo che sharon aveva visto giusto e ha vinto, la sinistra aveva
sbagliato molti giudizi e ha dovuto tornare sui suoi passi. Cosa che, va
detto a suo onore, ha saputo fare.

Ah, ed è morto arafat (ogni tanto si dimentica questo dettaglio)

Tb

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LA STAMPA
"Dall'odio all'amore per il falco Sharon"
Riccardo Barenghi
Dall’odio alla simpatia, in qualche caso addirittura all’amore. Il
rapporto tra la sinistra italiana e Sharon viene da lontano, da quando
l’attuale premier israeliano era un durissimo generale dell’esercito,
che aveva combattuto tutte le guerre e veniva accusato di diverse
stragi di civili, come quella nel villaggio di Qibya del 1953. Fino,
naturalmente al 1982 di Sabra e Chatila, quando un campo profughi di
palestinesi in Libano venne letteralmente raso al suolo dalle milizie
falangiste «coperte» dall’esercito di Tel Aviv, il cui ministro della
Difesa era appunto Sharon. E fino alla famosa o famigerata passeggiata
sulla spianata delle moschee, considerata la scintilla della seconda
Intifada, della reazione israeliana, del terrorismo palestinese, i
kamikaze sugli autobus, la repressione, l’assedio al quartier generale
di Arafat, la costruzione del Muro. Insomma, fino all’ultima,
sanguinosa e non ancora finita guerra tra israeliani e palestinesi.
Qui Sharon è un falco, un reazionario, un fascista, un guerrafondaio,
spesso anche un macellaio. Anche i settori della sinistra italiana più
moderati e più attenti al rapporto con lo stato di Israele (e con la
comunità ebraica in generale) non lo digeriscono, lo considerano un
ostacolo alla pace, sperano ancora nei laburisti di Peres, sostengono
sempre più tiepidamente Arafat considerando anche lui un ostacolo. Gli
altri, quelli più radicali, più filo-palestinesi (tra i quali non ci
sono solo Bertinotti, Diliberto, Pecoraro ma anche per esempio
D’Alema), di Sharon non vogliono neanche sentir parlare: sono convinti
che con lui non sia possibile discutere.
Nessuno si aspettava che nel giro di un paio d’anni, Sharon sarebbe
diventato un’altra persona. Non più macellaio ma leader politico,
interlocutore, uomo coraggioso, capace di scontrarsi con la sua ala
più oltranzista, di costringere i coloni – anche con la forza – ad
abbandonare Gaza. Capace, addirittura, di uscire dal suo partito
storico, il Likud, per fondarne un altro, più di centro, meno
estremista, subito ribattezzato il partito per la pace. Paradossi
della storia e della politica, un guerrafondaio che fonda un partito
per la pace, un nemico che diventa un compagno di strada. E’ cambiato
Sharon, è cambiata la sinistra, sono cambiati tutti e due? La risposta
giusta è la terza, anche se il cambiamento in percentuale più corposo
è ovviamente quello di Sharon. Capaci però, i leader della sinistra
italiana (non tutti ma molti), di coglierne il senso nel tempo giusto.
Anche prima del ritiro estivo da Gaza.
Siamo nel marzo scorso a Venezia, Bertinotti conclude il congresso di
Rifondazione comunista rivolgendosi a un ragazzo che poco prima aveva
urlato il suo odio per Sharon. Così: «Tu gridi contro Sharon, ti prego
di credere che lo saprei fare anch’io. Sabra e Chatila sono nella
nostra memoria, potrei parlarvi di persone oggi notissime che,
indignate contro Sabra e Chatila, uscirono dal Partito Comunista
perché non sufficientemente capace di condannare Sharon. Se volete
sapere il nome, si chiama Giuliano Ferrara. Questo per dire che io non
mi sono dimenticato di chi è Sharon. Ma ti chiedo: tu dove stai? I
leader palestinesi oggi negoziano con Sharon, trattano con Sharon
(...). Tu sei qui, non rischi nulla, perché devi mettere soltanto il
tuo urlo radicale contro Sharon dimenticandoti della fatica, della
sofferenza e del disagio di chi, avendo vissuto tutta la vita contro
quel muro e contro di lui, deve oggi trattare, perché la trattativa è
l’unica strada possibile per costruire il popolo palestinese?».
Una prova di realismo politico non indifferente, se fatta dal leader
della sinistra radicale nel congresso del suo partito, addirittura in
anticipo sul ritiro da Gaza che avrebbe scatenato l’entusiasmo di
molti altri (resistono i Comunisti di Diliberto e movimenti sparsi
nella sinistra). Tanto entusiasmo che un dirigente dei Ds come
Giuseppe Caldarola propose addirittura di assegnare il Nobel per la
pace all’ex «macellaio». Da allora e fino a ieri, gli apprezzamenti
per il nuovo Sharon si sono moltiplicati, e se lui vincerà le nuove
elezioni, darà vita a un governo di centro-sinistra e continuerà sulla
strada recentemente imboccata, si moltiplicheranno ancora. Tanto più
se e quando l’Unione sarà al governo, e con Sharon dovrà avere un
rapporto politico-istituzionale, da Stato a Stato. Chissà se allora
avrà avuto ragione il filopalestinese D’Alema quando ha azzardato un
pronostico: «Sharon può realmente proseguire il processo di pace
iniziato da Rabin».
--

TBLOG
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Monday, November 21, 2005

A gaza continua l'anarchia

<a href="http://www.israelnationalnews.com/news.php3?id=93270">Da Arutz
Sheva:</a> Un diciassettenne ucciso durante gli scontri per il possesso
delle terre
di Gush Katif. Assalto a una stazione di polizia. Bande armate in libera
circolazione. Spari in aria durante il funerale, in violazione
dell'accordo che imponeva di non portare più armi in pubblico</p>

Saturday, November 19, 2005

Raiquaz

Friday, November 18, 2005

Tblog: Il Caso e chiuso?

Thursday, November 17, 2005

Re: per Tonibaruch, aggiornamento

Luca Logi wrote:

Ti ringrazio dell'aggiornamento. Mi sarei perso la notizia, altrimenti.

> L'anno scorso ci fu una discussione fra me e Tonibaruch e altri circa un
> grave episodio a Gaza, in cui una ragazzina finita fuori strada in zona
> proibita era stata brutalmente uccisa nonostante, dall'ascolto di una
> registrazione di servizio, fosse stato chiaro che gli stessi militari
> israeliani avevo capito che fosse inoffensiva. Un ufficiale era finito
> sotto processo per avere sparato sul cadavere della ragazzina per
> assicurarsi che fosse morta.
>
> Il 24 novembre 2004 Tonibaruch scrisse, in
> news:1gnqzgj.eso5sm7zdfvoN%brixel@despammed.com
>
>
>>A fronte di quali cose? Sono proprio quelle le situazioni in cui si
>>scende al livello dei metodi bestiali che l'IDF combatte. E che, a
>>quanto pare, con tuo grande scorno, combatte anche quando a commetterli
>>sono individui (o forse in questo caso reparti) ***propri***.
>
>
>>Spero non ti sia sfuggito nella tua consueta lettura selettiva dei
>>giornali israeliani, che a tirare fuori il marcio è stata in un caso la
>>polizia militare, nell'altro i commilitoni disgustati che (fatto unico
>>in un esercito combattente) hanno denunciato le merde che hanno
>>sfregiato i cadaveri. E in entrambi i casi il caso è stato amplificato
>>dalla stampa ***israeliana***.

Sì confermo, con una precisazione per capire il senso. L'ultima parte si
riferiva ad un episodio disgustoso, in cui un gruppo di soldati
israeliani aveva giocato a palla con teste di cadaveri, come avviene
abbastanza normalmente tra palestinesi quando il caduto è dell'IDF.

> Apprendiamo oggi, ad un anno di distanza, che un tribunale militare ha
> assolto l'ufficiale, che i militari che avevano tirato fuori l'affare
> stavano scherzando, che sparare sui cadaveri è procedura normale.

> Pazienza se la ragazzina è morta.

Allora Logi, io spero che mi crederai se ti dico che l'uccisione di una
ragazzina dell'età di mia figlia, persa con una cartella in spalla e
scambiata per kamikaze, di fronte ad un posto di prima linea, è una cosa
che mi turba e mi fa incazzare e su cui non ho gran voglia di fare
giochetti dialettici da ng.

Rilevo che il caso è stato giudicato da una corte civile, non militare,
di fronte alla quale è stata portata un'inchiesta militare che
incriminava il capitano. I giudici hanno ascoltato testimoni, nastri e
deciso all'unanimità, scrivendo una sentenza di 100 pagine. E
confermando che le accuse verso il capitano (che non è ebreo, sia detto
per chi sostiene che in IL esistono due leggi, una per gli ebrei, una
per gli altri), erano una montatura di alcuni elementi di un plotone
indisciplinato e ribelle.

Pare confermato che la responsabilità dell'avvistamento tardivo, quindi
della fretta con cui si è sparato una o più raffiche da più punti contro
una bambina con borsa ormai a pochi passi, sia stata di una sentinella
allontanata dal posto di guardia, e che le accuse contro il capitano
siano state un tentativo di scaricare la responsabilità su un ufficiale
poco amato, di cui il plotone si voleva liberare.

Così hanno deciso *unaninememente* tre giudici *civili*, di fronte ai
quali tutte le prove di cui abbiamo parlato sono state esaminate e
sviscerate. I giudici hanno anche pesantemente criticato l'inchiesta
militare per la sua approssimatività (che caricava velocemente la
responsabilità sul capitano), e i media per avere CREATO
INGIUSTIFICATAMENTE UN *MOSTRO*.

Saresti stato più tranquillo con la condanna di un mostro mediatico,
anche se innocente?

Puoi stare tranquillo che politicamente Israele ci avrebbe solo
guadagnato. Caso chiuso, punizione esemplare di un capitano druso, i
palestinesi avrebbero avuto la loro contropartita, in occidente non ci
sarebbero stati contraccolpi mediatici.

Io mi affido a quello che hanno deciso i giudici. Ma dico anche che
perché ci sia giustizia, manca ancora qualcosa: la condanna dei
testimoni che hanno confessato di avere mentito nell'inchiesta militare,
sia per la falsa testimonianza, che per i reati militari che hanno
portato all'incidente. E anche, dopo, qualche sforzo convincente dallo
Stato verso la famiglia della bambina, che è l'unica ad avere pagato un
mix micidiale di cialtroneria di un reparto, uso ormai disinvolto,
generalizzato, quotidiano, routinario delle armi contro una folla in cui
ognuno può essere un nemico mortale, in un contesto in cui una bambina
di 12 anni con borsa *può* per disgrazia e vergogna di chi combatte in
quel modo, essere un kamikaze suicida/omicida.

> Amen.

Amen.

> http://www.haaretz.com/hasen/spages/645818.html

Il resoconto del JPOST è più completo, tutto dal POV del capitano, ma si
capisce meglio il decorso del processo, per chi ha perso le puntate
precedenti (occhio, sono 2 pagine):

http://www.jpost.com/servlet/Satellite?apage=2&cid=1132053859882&pagename=JPost%2FJPArticle%2FShowFull

Tb

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Tuesday, November 15, 2005

Un video per dimostrare quello che non c’è

Andrea Nativi
Armi chimiche a Falluja
e in Irak sganciate dagli americani?
Non scherziamo. Il documentario trasmesso da Rai-
News24 non dimostra assolutamente nulla, anzi. Il video comincia
con immagini di repertorio
sul Vietnam, dove in effetti
furono largamente utilizzati
sia il napalm sia agenti defolianti.
Ma il napalm nell’ultima
guerra in Irak non è mai stato
impiegato.
Il napalm è uscito dagli arsenali
statunitensi nel 2001. In
ogni caso non si trattava certo
di armi chimiche. È stato invece
impiegato il «parente» moderno del napalm,
la bomba incendiaria
Mk 77 Mod.5 da 340
kg, sganciata dai piloti degli
Harrier dei Marines contro le
truppe irachene nel corso dei
combattimenti nel marzo del
2003. Sono armi che svolgono
la stessa funzione, ma non sono la
stessa cosa, la composizione
è diversa. Si tratta di bombe
studiate per attaccare obiettivi
areali, estesi, il cui uso in combattimento
non è proibito da
nessuna convenzione internazionale.
La Cwc, Convenzione
per la messa a lbando di alcune
armi convenzionali, del 1980,
si limita, al Protocollo III, a bandire
l'uso di armi incendiarie
contro i civili non contro obiettivi
militari. Peraltro questo Protocollo non è
stato ratificato dagli
Usa. Si parla in ogni caso di
armi incendiarie, non di armi
chimiche, perché altrimenti anche una bottiglia molotov diventerebbe
un'arma chimica e chi
la lancia un criminale di guerra.
Il filmato poi si occupa del
Wp, il famigerato fosforo bianco.
Cominciamo col dire che la
«pistola fumante», la sequenza
incriminata in cui un velivolo
lancerebbe armi misteriose
non dimostra alcunché. Basta
guardare le immagini (la sequenza
di foto in alto) riferite
all’esplosione di munizioni convenzionali
o fumogene o esplosive/
incendiarie per convincersene.
Né dimostrano qualcosa
le crude immagini dei corpi carbonizzati,
con parte dei propri
abiti indosso e senza apparenti
ferite di armi da fuoco: non c’è
alcun referto medico e nessun
cadavere è stato sottoposto a
un esame patologico. Inoltre
chi ci assicura che quei corpi si
trovassero a Falluja?
L'impiego del munizionamento al
fosforo come arma incendiaria
era un tempo molto
comune: durante la Seconda
guerra mondiale intere città
giapponesi furono trasformate
in roghi da spezzoni e bombe
incendiarie, così come accadde
a diverse città della Germania.
Bombe del genere furono
anche lanciate contro l'Italia. E
nessuno ha mai lontanamente
sostenuto che si trattasse di armi
chimiche.
Oggi invece il fosforo bianco,
così come il fosforo rosso, è utilizzato
come munizionamento
fumogeno, illuminante o per
«marcare» un bersaglio, nel
munizionamento tracciante.
Ed è anche usato in agricoltura,
nei fertilizzanti e nei normali
fuochi d'artificio. L'effetto incendiario
esiste, ma è secondario.
Tanto è vero che il munizionamento
in questione non è
proibito dalla Convenzione
Onu ed è utilizzato praticamente
da tutti gli eserciti di questo
mondo.
A Falluja i marines ne hanno
fatto uso in misura limitata, certamente
con l'artiglieria a terra,
forse anche da bordo di velivoli
che sostenevano l'azione
dei commilitoni sul terreno. In
qualche caso, sporadico, il Wp,
Willy pete, è stato utilizzato per
ottenere un effetto psicologico:
doveva spaventare gruppi di
guerriglieri trincerati e forzarli
ad abbandonare i rifugi, in modo
di poterli attaccare con proiettili
ad alto esplosivo.
Comunque, impiegare il munizionamento
al fosforo come
arma diretta per sfruttare l'effetto secondario incendiario
sarebbe del
tutto improprio e inefficace:
visto che la munizione
ha uno scopo diverso e non è
così letale. Soprattutto, negli arsenali
esistono munizioni specifiche
per attaccare bunker o
trincee o bersagli estesi molto
più micidiali: testate a dispersione
di vario tipo, testate termobariche,
Fae(Fuel air explosive).
Per non parlare del fatto che
l'impiego di munizionamento
al fosforo va limitato a causa
della tossicità. I comandanti
americani non volevano correre
rischi inutili, perché a Falluja
c'erano e ci sono restati a
lungo, migliaia di soldati americani
e iracheni, mentre dopo la
fine delle ostilità sono tornati
ad abitarvi centinaia di migliaia
di civili.
Per gli stessi motivi l'impiego
di qualunque altra arma chimica
con un minimo di persistenza
non può che essere escluso
a priori. Nessuno al Pentagono
vuole una nuova «sindrome
del Golfo». Quindi niente armi
chimiche americane in Irak.
Gli Usa hanno sottoscritto la apposita
convenzione, hanno rinunciato
alle armi chimiche e
stanno distruggendo i propri
arsenali eredità della guerra
fredda. In Irak c'è però chi ha
usato indiscriminatamente le
armi chimiche, anche contro i
civili: Saddam Hussein e i suoi
accoliti, che dovranno rispondere molto presto anche di questo.

Da Il giornale

Il corriere: John Pike sugli effetti del fosforo bianco

Mi scuso per questo copia&incolla, ma l'articolo è disponibile solo previa registrazione, per cui il link non sarebbe bastato a farvelo leggere.

15 novembre 2005

DAGLI USA
Il Pentagono ha usato il fosforo ma non per uccidere
L'esperto militare Pike: le immagini dei cadaveri? Solo propaganda antiamericana
"Il Pentagono non dice tutta la verità sul fosforo bianco a Falluja. Ma il documentario di RaiNews24 è soltanto un esempio di cattiva propaganda anti-americana". John Pike è uno dei più ascoltati esperti mondiali di questioni militari. Al telefono dalla Virginia, il direttore di GlobalSecurity.org (che ha fondato nel 2000)ammette: "Nella battaglia di Falluja, novembre 2004, sono stati usati proiettili al fosforo bianco". Per illuminare le postazioni nemiche, come sostiene il Pentagono? "No. Li hanno usati per stanare i guerriglieri". Il documentario "La strage nascosta" firmato dal giornalista Rai Sigfrido Ranucci accusa i marines di averlo usato per distruggere la città. Ci sono le testimonianze di ex militari... "Non si distrugge una città con il fosforo bianco".
Nei 22 minuti del documentario si vedono cadaveri anneriti...
"Non l'ho visto per intero. Ma ho visto le immagini e il testo in inglese sul sito Internet. Non provano nulla. Quei cadaveri non hanno i segni del fosforo bianco. Sembrano cadaveri rimasti al sole per una settimana".
Il fosforo non brucia i cadaveri fino alle ossa?
"È difficile che produca bruciature estese. E brucia anche i vestiti".
Nel documentario si dice che una caratteristica del fosforo bianco è quella di «sciogliere» la carne lasciando intatti i vestiti...
"Ma chi l'ha detta questa fesseria? Non è vero. Il fosforo bianco non è neppure particolarmente letale. Produce bruciature che possono essere molto dolorose, ma normalmente non uccide".
E cosa fa normalmente?
"Fa uscire il nemico dai nascondigli. È usato per questo. In gergo si dice shake and bake, scuoti e cuoci. È una tecnica di battaglia: a Falluja l'hanno usato per stanare i guerriglieri, l'hanno scritto anche sulla rivista di artiglieria Field Artillery nella primavera di quest'anno".
E poi che succede al "nemico" quando è cotto e stanato?
"Viene ucciso con altre armi. Ma non è il fosforo bianco a uccidere. Chi parla del fosforo bianco come di un'arma di distruzioni di massa non sa quel che dice".
Ma non è possibile che a "cuocere" fino alla morte siano stati anche dei civili?
"Non possiamo escludere che ci fossero civili in città. Non possiamo escludere che i proiettili al fosforo bianco siano finiti vicino a dei civili. Ma ripeto, tenendo conto delle caratteristiche di questa arma incendiaria non credo si possa parlare di strage".
I media americani non hanno mai parlato del fosforo bianco usato a Falluja. Eppure alcuni sono molto critici sul modo in cui Bush conduce la guerra in Iraq.
"I media americani non parlano di molte cose, non è per questo che si deve ritenere sloppy il documentario Rai".
Lei lo ritiene sloppy, approssimativo?
"Sì. Le immagini di quei cadaveri non dimostrano nulla. Anzi: dimostrano che quelle persone non sono state uccise dal fosforo bianco".
Però anche la tesi del Pentagono è sloppy: usiamo il fosforo per illuminare il campo di battaglia...
"Propaganda da una parte e dall'altra. Con una pecca in più".
Quale?
"Per essere buona, la propaganda non dovrebbe sembrare tale. Il documentario Rai su Falluja è cattiva propaganda. Come la panzana dell'uranio che Saddam avrebbe cercato di comprare in Niger".

Michele Farina

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Luca Morandini
www.lucamorandini.it
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La nube assassina di [...]

Datemi cinque minuti.
E verifichiamo sta storia della nube tossica postata da Mr.X.

> Rimane sempre una questione da appurare bene come agisce, pero' il WP
> non ha solo effetti incendiari, come si vede da questi materiali tratti
> da discussioni americane e siti scientifici.

Vediamolo

> Dal NATO Handbook on the Medical Aspect of the NBC Defensive

> WP may be used to produce a hot dense white smoke composed of particles
> of phosphorus pentoxide which are converted by moist air to droplets of
> phosphoric acid. The smoke irritates the eyes and nose in moderate
> concentrations. Field concentrations of the smoke are usually harmless
> although they may cause temporary irritation to the eyes, nose or
> throat. The respirator provides adequate protection against white
> phosphorus smoke.

> In an artillery projectile white phosphorus is contained in felt wedges
> which ignite immediately upon exposure to air and fall to the ground. Up
> to 15% of the white phosphorus remains within the charred wedge and can
> re-ignite if the felt is crushed and the unburned white phosphorus
> exposed to the atmosphere.

Benissimo. Secondo il manuale nato i fumi sono irritanti in
concentrazioni moderate e innocui sul campo.

Il fosforo infiammato sta in coni di feltro, che vengono proiettati intorno.

> http://www.fas.org/nuke/guide/usa/doctrine/dod/fm8-9/3ch8.htm

Era già tutto su globalsecurity.

> Ovviamente senza respiratore e con esposizione prolungata si possono
> creare lesioni interne.

Mah. Una tua proiezione. Tutto quello che dice il manuale è che è
"irritante". Vediamo dopo se le proiezioni di Mr.X. sono confermate.

> Da emedicine:

Che non parla di WP ma di generiche "ferite chimiche"...

> Most chemical agents damage the skin by producing a chemical reaction
> rather than hyperthermic injury. Although some chemicals produce
> considerable heat as the result of an exothermic reaction when they come
> into contact with water, their ability to produce direct chemical
> changes on the skin accounts for most significant injury. Specific
> chemical changes depend on the agent, including acids, alkalis,
> corrosives, oxidizing and reducing agents, desiccants and vesicants, and
> protoplasmic poisons. The concentration of toxic agent and duration of
> its contact primarily determine the degree of skin destruction. When the
> skin is exposed to toxic chemicals, its keratinous covering is
> destroyed, and underlying dermal tissues are exposed to continuous
> necrotizing action.
> http://www.emedicine.com/plastic/topic492.htm

Ok, quindi per ora irrilevante.

> Difatti:

Difatti cosa?
Il manuale nato lo definisce "irritante".
emedicine nel pezzo quotato non ne parla...
Ma tranquillo, ho trovato io i pezzi di emedicine dove si parla di WP.
Andiamo avanti

> Dal sito leftcoaster:

Un forum su cui scrive chiunque. Tipo IPI.
Infatti c'è scritto anche questo

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Ummm, folks, in your haste to demonize the US Military, you might want
to consider that the article contains a huge lie.
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Andiamo avanti. Questa è la tesi del forumista (la fonte di amalric)

> Whiskey Pete (aka Willie Pete, or Wiley P) kills people by reacting to
> the moisture in the skin, and when inhaled, in the lungs and throat.

>It
> turns to acid which "burns" the tissue and melts it away. Any burns to
> clothing would be from close proximity to the actual burst, which burns
> very hot. But mainly the death is in the cloud that spreads over a wide
> area about 1/10th of a mile, and anyone that inhales dies like they've
> swallowed drano.

Una nube tossica che ammazza o ustione chiunque nel raggio di 160 metri.
Cazzo. Vediamo se emedicine (citato dal forumista) conferma la tesi.

> Da: emedicine

Bel sito.
Ho dovuto registrarmi per verificare anche sta bufala della nube tossica
chee uccide. In sintesi: era proprio una bufala. Vado ad argomentare.

Quello che ha postato il commento ha spacciato per danni dei fumi i
danni del contatto diretto tra la sostanza infiammata e la pelle (vedi
sotto*).

E visto che la sostanza infiammata sta in coni di feltro è letteralmente
impossibile carbonizzare/mummificare un intero corpo, come potrebbe
avvenire coi fumi, se avessero questo effetto.

Vediamo cosa dice emedicine:

> Pathophysiology: White phosphorus results in painful chemical burn
> injuries.

Vero. Ma se lo tocchi mentre brucia (vedi url sotto*)
E qui finisce emedicine. Tutto qui la fonte di amalric.

Questo (che passava per emedicine) è invece l'induzione personale del
postatore.

> Burns usually are limited to areas of exposed skin (upper extremities,
> face). Chemicals that burn one thing don't always burn another. What
> will burn skin, chemically, won't necessarily burn clothes, and vice
> versa, although the possibility of a thermal reaction to burning clothes
> could produce a secondary burn that skin wouldn't necessarily
> reciprocate.

Una cazzata, visto che i vestiti inzuppati sono la prima cosa che viene
raccomandato di rimuovere in caso di bruciature chimiche, perché
prolungano il contatto.

Interessante anche questo pezzo di emedicine, sugli effetti della
(presunta) nube acida che brucia fino alle ossa. E secondo amalric
produce ferite interne, e forse morte istantanea secondo le tesi di altri.

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http://www.emedicine.com/plastic/topic492.htm
Effects of acid burns

Eyes tolerate acid burns better because like other living tissue, they
have significant acid-buffering capacity. Tear film, the proteins
present in tears, and conjunctival epithelial cells rapidly neutralize
acid. Consequently, acid typically causes epithelial and basement
membrane damage, yet rarely damages deep endothelial cells. Acid burns
that injure the periphery of the cornea and conjunctiva often heal
uneventfully, leaving a clear corneal epithelium.

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Le ferite acide, anche da contatto diretto, sono tra le più tollerate e
meno dannose tra le ferite chimiche. Altro che nube assassina.

> Ergo, if the phosphorous usually burns exposed skin, then unexposed skin
> is fine. Clothes are usually a protection from white phosphorous, not an
> incendiary.

"Ergo" delirante di un'induzione già totalmente falsa.
Niente bruciature da fumi... figuriamoci l'ergo sui vestiti.

I VERI DANNI DEL WHITE PHOSPHORUS SECONDO EMEDICINE

1) i danni sono prodotti principalmente dal calore*
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Da emedicine http://www.emedicine.com/plastic/topic492.htm

Tissue injury from exposure to white phosphorous appears to be caused
primarily by heat production, rather than by liberation of inorganic
acids or cellular dehydration by hygroscopic phosphorous pentoside. The
ultimate result of this thermal injury is often a painful partial or
full-thickness burn.
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2) le ferite chimiche, rare, si verificano non per dispersione di gas ma
per contatto diretto del fosforo incendiato con la pelle

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http://www.emedicine.com/derm/topic777.htm

When actively burning white phosphorous contacts the skin, a painful,
necrotic, yellow, chemical burn with a garliclike odor results. Using
water may eliminate the oxidation of the phosphorus, but the oxidation
process continues once the white phosphorus contacts the skin. In
addition, white phosphorus is extremely lipid soluble and readily
penetrates the dermal layers. As skin penetration progresses, white
phosphorus continues to be oxidized until it is removed by debridement
or consumed by oxidation.
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Provaci ancora, Mr.X.

Tb